I punti di forza dei vini abruzzesi risiedono nei vitigni autoctoni, nel territorio, negli enologi e negli imprenditori che si dedicano con passione alla produzione. Il territorio è naturalmente predisposto alla vitivinicoltura in quanto collocato tra il Mar Adriatico ed i massicci del Gran Sasso e della Maiella, questa posizione privilegiata offre un clima ideale per la vite, con buone escursioni termiche tra giorno e notte. Durante gli anni ‘70 ed ’80, il vino abruzzese non era annoverato tra le etichette rinomate, ma già dai primissimi anni ‘90 le produzioni enologiche abruzzesi sono state protagoniste di una vera e propria rinascita, quando gli stessi produttori del territorio hanno preso coscienza delle potenzialità e della qualità delle uve locali e hanno iniziato a praticare una viticoltura ed una enologia sempre più specializzate ed attente.

I nomi dei nostri vini e delle nostre riserve vogliono essere un omaggio al territorio e ai valori che ci ispirano.

Portano il nome di personaggi abruzzesi, magari poco noti come le eccellenze più esclusive della nostra regione – artisti scalpellini minori dimenticati come Maestro Melchiorre Mastrobono – che evocano il “saper fare”, l’arte e l’artigianalità, ma anche la pietra di cui sono fatti i paesini abruzzesi.

Ricordano il nostro simbolo, la quercia, anche nel suo appellativo di “prima madre”, albero sacro ed oracolare, madre primigenia di tutti gli alberi secondo i Greci e talismano contro i fulmini e le avversità.